Succede fra gli orizzonti
”Ci si può ‘trincerare’ nel silenzio, oltre che in passaggi scavati nella terra protetti da muri di pietra e da fucili nascosti nelle feritoie.
Le fotografie di Lamonaca, scattate con un apparecchio analogico e poi trasferite su computer, e qui elaborate in modo da diventare qualcosa di diverso, di stratificato, di astratto, non hanno intenti narrativi forti. Si colgono frammenti di fili spinati, rovine di muri, strutture abbandonate, ambienti squallidi nella loro trascuratezza. Fra di loro, fra i livelli della memoria (di coloro che c’erano, e che forse oggi non ci sono più) e la reazione di un giovane fotografo che si confronta con luoghi e sensazioni, e colori, e linee, e strutture, c’è molto silenzio. Un silenzio che non può venire espresso in nessuna lingua, perché è visivo più che verbale, è foto-pittorico e ci porta lontani dai luoghi che lo hanno ispirato e costruito. Non è importante, in queste immagini, chi fosse ‘da una parte’ dell’orizzonte e chi dall’altra, se potessero comunicare o no, e come, e ormai neppure, credo, per il fotografo, chi vinse e chi perse, e perché. O se fu giusto così. E nemmeno se qualche parente o conoscente, o amico fosse fra coloro che lì hanno trascorso le giornate e i mesi.
Lamonaca lavora affidandosi alle suggestioni dell’immagine che, ormai staccata dalla realtà, dal suo referente concreto, diventa segno e elemento formale, imbevuto però dell’alone evocativo che sempre il passato suscita in noi, esseri legati al passare del tempo con malinconica rassegnazione.
E’ interessante notare che se quando dipinge Lamonaca può essere anche molto legato e condizionato da una visione della realtà molto precisa, molto riconoscibile, quasi ‘fotorealista’, quando utilizza l’apparecchio fotografico, al contrario, ne ricerca e privilegia le possibilità di suggestione visiva, più che di documento.
Gli orizzonti, mi sembra, preferisce varcarli piuttosto che considerarli dei limiti o dei punti fermi. E invita il fruitore a fare lo stesso."
Lamonaca lavora affidandosi alle suggestioni dell’immagine che, ormai staccata dalla realtà, dal suo referente concreto, diventa segno e elemento formale, imbevuto però dell’alone evocativo che sempre il passato suscita in noi, esseri legati al passare del tempo con malinconica rassegnazione.
E’ interessante notare che se quando dipinge Lamonaca può essere anche molto legato e condizionato da una visione della realtà molto precisa, molto riconoscibile, quasi ‘fotorealista’, quando utilizza l’apparecchio fotografico, al contrario, ne ricerca e privilegia le possibilità di suggestione visiva, più che di documento.
Gli orizzonti, mi sembra, preferisce varcarli piuttosto che considerarli dei limiti o dei punti fermi. E invita il fruitore a fare lo stesso."
Monica Dematté
Vigolo Vattaro, 3 maggio 2009
Vigolo Vattaro, 3 maggio 2009